Ogni proposta educativa dovrebbe tenere conto della logica valoriale; il discorso sui valori è imprescindibile, ma deve nascere dai bisogni dell’uomo nel proprio tempo.
Le rapide mutazioni in seno alle nostre società, anticipate dalla caduta delle ideologie, ci pongono di fronte a valori emergenti anziché a valori tradizionalmente dati, ciò oltre a destabilizzare il sistema di relazioni e disorientare, offrono inedite possibilità di interazione per la costruzione di nuovi e condivisi valori, che si spingano oltre le specificità culturali e alimentano la costruzione del principio di cittadinanza globale. È in questo contesto che si inserisce l’intervento pedagogico in chiave transculturale.
Ripercorrendo l’evoluzione del significato attribuito al termine “integrazione”, possiamo affermare che dalla primissima intenzionalità omologante, lentamente si è fatto avanti il concetto di Interculturalità basata sul principio (valore) di solidarietà collaborativa e partecipativa, superando non solo quello di omologazione, ma soprattutto quello di tolleranza e rispetto.
L’integrazione non può infatti esprimersi attraverso la logica assimilativa conducendo dal diverso all’uguale, ma deve esprimere la logica creativa che conduce dal diverso al nuovo, in cui eguaglianza significa possibilità per tutti di essere autenticamente sé stessi, responsabilmente impegnati nella costruzione del comune destino e nel cammino verso un nuovo umanesimo globale.
L’intercultura solidale, con il tempo, si è configurata sempre di più come il luogo dell’incontro tra le diversità dove costruire un progetto condiviso di integrazione produttiva, di sviluppo e responsabilità reciproche.
Integrazione culturale, quindi, non vuol dire sopraffazione, contaminazione, né sintesi culturale, ma diventa sinonimo di confronto, creatività e novità culturale. Questa conversione della integrazione da “struttura difensivo-conservatrice a dinamica relazionale creativa è certamente una novità concettuale che ha le sue radici nella riflessione contemporanea nella quale il pensiero della differenza si pone a fondamento della possibilità di comprendere la complessità”.
Il consolidarsi di questo approccio e l’intensificarsi di modalità operative in quest’ottica, mirano a costruire percorsi che sempre più conducano alla costruzione di valori universalmente condivisibili per l’istituzione di itinerari educativi in chiave transculturale.
La pedagogia transculturale si pone come obiettivo quello di attraversare le culture e non si limita alla conoscenza reciproca e al riconoscimento della differenza, ma mira all’individuazione di ciò che è comune in quanto esseri umani, indipendentemente dalla provenienza e dalle influenze culturali. Questo approccio, quindi, trascende la particolarità e la specificità delle singole culture e le sue strategie educative mirano all’individuazione degli elementi universali, comuni a tutti gli esseri umani, a prescindere dal colore della pelle, dalla lingua, dalle modalità di pensiero o dalla religione. È interesse di questa impostazione, non ciò che divide, ma ciò che unisce: idee, sentimenti, emozioni, trascendenza, bisogni ecc..
Lavorare in chiave transculturale richiede la predisposizione di nuovi spazi di narrazione e rappresentazione, utili a descrivere da angolazioni e punti d’osservazione differenti i temi umani, favorendo la conoscenza reciproca: narrazione come strumento per creare significato, conoscenza reciproca affinché le diverse opinioni possano poggiare su ragioni tracciabili e riconoscibili. Un percorso entro cui “ognuno possa trovare un posto per la propria competenza e per il proprio sapere” (J. Brunner, 1997, p.57).
Un’ipotesi operativa
La ricognizione e l’emersione dei temi transculturali
Per poter operare in maniera efficace attraverso l’impostazione scelta, abbiamo scelto di sperimentare un percorso di emersione dei temi transculturali tra i soggetti coinvolti formalmente nel progetto (cooperative, associazioni.....) e alcuni abitanti del quartiere.
In tal senso una prima fase di attivazione ha previsto una serie di incontri preliminari alla presenza di operatori/trici e abitanti del quartiere, per la ricerca dei temi transculturali.
Sono stati così costruiti momenti narrativi animati dai partecipanti, che stimolati da argomenti fortemente caratterizzati sul piano culturale e notoriamente divisivi, hanno osservato lo stesso argomento da punti di osservazione differenti evidenziandone l’influenza culturale ed identitaria.
La platea presente agli incontri oltre ad intervenire una volta concluse le relazioni ha lavorato per l'individuazione dei temi universali .
Gli argomenti attivatori di tale percorso di ricerca sono stati i seguenti, in quanto caratterizzanti e fondanti degli aspetti culturali e notoriamente divisivi:
- Educazione
- Imperialismo e Colonialismo
- Religione
- Famiglia
- Comunità
Svolgimento dei lavori: alcuni rappresentanti delle organizzazioni e degli abitanti del quartiere hanno scelto uno degli argomenti e preparato una breve relazione, ogni argomento è stato presentato da un cittadino italiano e da un soggetto migrante. Gli altri partecipanti hanno osservato e raccolto i punti in comune stimolati dalle narrazioni. Terminata la fase espositiva da parte dei relatori, tutto il gruppo si è confrontato sui temi raccolti dagli osservatori e ha scelto quelli più significativi che saranno i temi guida su cui impostare la proposta formativa della futura SPT.
Le immagini delle giornate di autoformazione
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